Recensione del libro “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse - di Chiara Lunghi
Introduzione all’ autore:
Hermann Hesse nasce Il 2 Luglio 1877 a Calw nel Württemberg da padre tedesco nato in Estonia e da madre nata in India (da padre tedesco e madre svizzero-francese). Entrambi i genitori erano missionari in India. Da questo singolare impasto di culture si può forse far rinvenire la successiva attrazione che Hesse svilupperà per la visione del mondo orientale.
Non si può ad ogni modo tralasciare il fatto che la famiglia degli Hesse impartì una severa educazione religiosa al figlio,tale da provocare reazioni negative nel sensibile ragazzo. Hermann fu infatti mandato nel ginnasio di Calw per prepararsi agli studi in seminario, ma capendo che non era quella la sua strada scappò dall'istituto e tentò anche il suicidio.
Questo intrecciarsi di motivi esistenziali diversi getta notevole luce sulla sua attività narrativa. La vita e l'opera di Hermann Hesse, infatti, sono percorse interamente dal contrasto fra tradizione familiare, personalità e coscienza individuale e realtà esterna. Il fatto che lo scrittore sia riuscito, nonostante i ripetuti conflitti interiori e in contrasto con le decisioni familiari, ad assecondare la propria volontà, non può essere spiegato soltanto con la caparbietà e la forte consapevolezza della propria strada.
Un'altra figura di notevole rilievo nella crescita del piccolo Hermann è quella del nonno materno Hermann Guntert, anche lui missionario come il padre in India fino al 1859, ed erudito scrittore di vari libri indiani. L' influenza del nonno lo porterà a intraprendere un viaggio in india con l'intenzione di conoscere il pensiero orientale.
Si sposa tre volte, e con la terza moglie trova la felicità tanto cercata e un equilibrio con se stesso.
Dopo i primi successi letterari Hesse trovò una schiera di lettori sempre crescente, innanzitutto nei paesi di lingua tedesca, poi, prima della Grande Guerra, negli altri paesi europei e in Giappone, e dopo l'assegnazione del Nobel per la letteratura (1946) in tutto il mondo. Il 9 agosto del 1962 a Montagnola moriva in seguito a una emorragia cerebrale.
Commento:
Il libro “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse racconta dell'amicizia tra questi due giovani: Narciso, giovane maestro del convento di Mariabronn che aspira a diventare abate, e Boccadoro, un allievo di Narciso portato sulla via religiosa dal padre. Il libro principalmente narra della vita e delle peregrinazioni di Boccadoro, che quindi possiamo considerare il nostro protagonista. Fin dai primi incontri Narciso e Boccadoro sono curiosi l'uno dell'altro e cercano di suscitare l'ammirazione l'uno dell'altro.
Inizialmente i due personaggi sembrano simili, il cui futuro è proiettato verso la vita religiosa in convento. Ma dal confronto tra le loro diversità ognuno capisce la propria unicità e i propri valori personali.
Narciso ha un dono particolare: riesce a leggere dentro le persone, attraverso l'espressione del volto o i modi di fare, e a capirne fino in fondo il futuro e lo scopo della loro vita. Grazie a questo dono Narciso scava nel passato di Boccadoro, scopre la morte della madre, cercando di rendere consapevole Boccadoro di questa perdita, e le azioni del padre per farla dimenticare al figlio; da questo deriva la scelta di mandarlo in convento. Il personaggio di Boccadoro dopo questa rivelazione cambia radicalmente: sarà fino alla morte alla ricerca della figura della madre. Da questo punto principe del romanzo si dividono i destini dei due personaggi: Narciso diventerà abate e un pensatore, mentre Boccadoro viaggerà in molte regioni per trovare se stesso. Tra i due personaggi possiamo cogliere altre importanti differenze: il primo non rinuncia mai a seguire le regole, devoto alla fede ed erudito, mentre il secondo è un artista e viaggiatore, sempre alle prese con nuove esperienze e che non sempre segue le leggi morali.
Narciso e Boccadoro sembrano essere facce di una stessa medaglia: le due parti opposte di un solo uomo che è l'autore. Egli scrisse questo libro negli anni prima di morire, riportando molte sue esperienze e insegnamenti di vita. Hermann separa il mondo religioso a cui si è attenuto soprattutto durante la sua giovinezza, dal mondo materiale e carnale che ha preso il sopravvento nella sua seconda parte della vita. Narciso e Boccadoro, nonostante le differenze di strade di vita, puntano a trovare se stessi e a sfruttare questa amicizia per aiutarsi nel compito.
Nella narrazione il tempo e lo spazio non sono precisati, anche se dal nome del convento ( Mariabronn) possiamo intuire che la narrazione sia ambientata in Germania. Per quanto riguarda il tempo invece si può capire dalla presenza di castelli, di principesse e della peste che probabilmente si tratta del Medioevo.
Nella narrazione sono contenuti molti monologhi di entrambi protagonisti, ma non tutti sono stati chiarissimi nel significato e molti sembrano ripetersi. Nel complesso questi monologhi e riflessioni mi hanno fatto immedesimare nei personaggi, sembra quasi di vivere insieme ad essi la loro vita, in maniera particolare durante i viaggi di Boccadoro. È un libro che insegna il vero valore dell'amicizia, che interpreto come lo stimarsi, e l’imparare e conoscere dalle diversità dell'altro i veri noi stessi. Mi sento di consigliarlo a tutti, ma in particolare ai ragazzi della mia età, che sono alla scoperta del proprio futuro e della persona che vogliono diventare. La lettura trasmette l'idea di un’ amicizia vera e il significato di una vita quale può essere quella di Boccadoro tra molte difficoltà pochi piaceri, dove i sogni e le aspirazioni più profonde vengono realizzate.
Hermann Hesse nasce Il 2 Luglio 1877 a Calw nel Württemberg da padre tedesco nato in Estonia e da madre nata in India (da padre tedesco e madre svizzero-francese). Entrambi i genitori erano missionari in India. Da questo singolare impasto di culture si può forse far rinvenire la successiva attrazione che Hesse svilupperà per la visione del mondo orientale.
Non si può ad ogni modo tralasciare il fatto che la famiglia degli Hesse impartì una severa educazione religiosa al figlio,tale da provocare reazioni negative nel sensibile ragazzo. Hermann fu infatti mandato nel ginnasio di Calw per prepararsi agli studi in seminario, ma capendo che non era quella la sua strada scappò dall'istituto e tentò anche il suicidio.
Questo intrecciarsi di motivi esistenziali diversi getta notevole luce sulla sua attività narrativa. La vita e l'opera di Hermann Hesse, infatti, sono percorse interamente dal contrasto fra tradizione familiare, personalità e coscienza individuale e realtà esterna. Il fatto che lo scrittore sia riuscito, nonostante i ripetuti conflitti interiori e in contrasto con le decisioni familiari, ad assecondare la propria volontà, non può essere spiegato soltanto con la caparbietà e la forte consapevolezza della propria strada.
Un'altra figura di notevole rilievo nella crescita del piccolo Hermann è quella del nonno materno Hermann Guntert, anche lui missionario come il padre in India fino al 1859, ed erudito scrittore di vari libri indiani. L' influenza del nonno lo porterà a intraprendere un viaggio in india con l'intenzione di conoscere il pensiero orientale.
Si sposa tre volte, e con la terza moglie trova la felicità tanto cercata e un equilibrio con se stesso.
Dopo i primi successi letterari Hesse trovò una schiera di lettori sempre crescente, innanzitutto nei paesi di lingua tedesca, poi, prima della Grande Guerra, negli altri paesi europei e in Giappone, e dopo l'assegnazione del Nobel per la letteratura (1946) in tutto il mondo. Il 9 agosto del 1962 a Montagnola moriva in seguito a una emorragia cerebrale.
Commento:
Il libro “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse racconta dell'amicizia tra questi due giovani: Narciso, giovane maestro del convento di Mariabronn che aspira a diventare abate, e Boccadoro, un allievo di Narciso portato sulla via religiosa dal padre. Il libro principalmente narra della vita e delle peregrinazioni di Boccadoro, che quindi possiamo considerare il nostro protagonista. Fin dai primi incontri Narciso e Boccadoro sono curiosi l'uno dell'altro e cercano di suscitare l'ammirazione l'uno dell'altro.
Inizialmente i due personaggi sembrano simili, il cui futuro è proiettato verso la vita religiosa in convento. Ma dal confronto tra le loro diversità ognuno capisce la propria unicità e i propri valori personali.
Narciso ha un dono particolare: riesce a leggere dentro le persone, attraverso l'espressione del volto o i modi di fare, e a capirne fino in fondo il futuro e lo scopo della loro vita. Grazie a questo dono Narciso scava nel passato di Boccadoro, scopre la morte della madre, cercando di rendere consapevole Boccadoro di questa perdita, e le azioni del padre per farla dimenticare al figlio; da questo deriva la scelta di mandarlo in convento. Il personaggio di Boccadoro dopo questa rivelazione cambia radicalmente: sarà fino alla morte alla ricerca della figura della madre. Da questo punto principe del romanzo si dividono i destini dei due personaggi: Narciso diventerà abate e un pensatore, mentre Boccadoro viaggerà in molte regioni per trovare se stesso. Tra i due personaggi possiamo cogliere altre importanti differenze: il primo non rinuncia mai a seguire le regole, devoto alla fede ed erudito, mentre il secondo è un artista e viaggiatore, sempre alle prese con nuove esperienze e che non sempre segue le leggi morali.
Narciso e Boccadoro sembrano essere facce di una stessa medaglia: le due parti opposte di un solo uomo che è l'autore. Egli scrisse questo libro negli anni prima di morire, riportando molte sue esperienze e insegnamenti di vita. Hermann separa il mondo religioso a cui si è attenuto soprattutto durante la sua giovinezza, dal mondo materiale e carnale che ha preso il sopravvento nella sua seconda parte della vita. Narciso e Boccadoro, nonostante le differenze di strade di vita, puntano a trovare se stessi e a sfruttare questa amicizia per aiutarsi nel compito.
Nella narrazione il tempo e lo spazio non sono precisati, anche se dal nome del convento ( Mariabronn) possiamo intuire che la narrazione sia ambientata in Germania. Per quanto riguarda il tempo invece si può capire dalla presenza di castelli, di principesse e della peste che probabilmente si tratta del Medioevo.
Nella narrazione sono contenuti molti monologhi di entrambi protagonisti, ma non tutti sono stati chiarissimi nel significato e molti sembrano ripetersi. Nel complesso questi monologhi e riflessioni mi hanno fatto immedesimare nei personaggi, sembra quasi di vivere insieme ad essi la loro vita, in maniera particolare durante i viaggi di Boccadoro. È un libro che insegna il vero valore dell'amicizia, che interpreto come lo stimarsi, e l’imparare e conoscere dalle diversità dell'altro i veri noi stessi. Mi sento di consigliarlo a tutti, ma in particolare ai ragazzi della mia età, che sono alla scoperta del proprio futuro e della persona che vogliono diventare. La lettura trasmette l'idea di un’ amicizia vera e il significato di una vita quale può essere quella di Boccadoro tra molte difficoltà pochi piaceri, dove i sogni e le aspirazioni più profonde vengono realizzate.
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