Ulisse modello dell’uomo greco, curioso,astuto e ospitale - tema svolto di Valeria Orlando
Nel testo dell’Iliade emerge un fondamentale personaggio: quello di Ulisse. Per dimostrare come questi sia il modello dell’uomo greco, Omero decide di scrivere un secondo testo, l’Odissea, che ha come protagonista Ulisse stesso e in cui narra del suo viaggio per tornare alla sua patria (Itaca) dove lo attende la bella e fedele moglie, Penelope.
In questo testo epico si nota come Ulisse, poiché non è un Dio ma un uomo mortale, perché figlio di Laerte ( re di Itaca) e di Anticlea, possieda tutte quelle doti che sostituiscono la mancanza di origine divina e lo rendono il modello greco.
Ulisse è un uomo di metis, una forma di intelligenza che combina astuzia e furbizia, ad esempio:
-per “L’inganno del cavallo” nell’Iliade, quando per poter finalmente entrare nella città di Troia egli nasconde all’interno di un enorme cavallo di legno molti soldati greci e lasciano quest’ultimo all’ingresso della città, fingendo che sia un dono per riappacificare i popoli. Dopo che il cavallo fu introdotto nella città e scese la notte, i soldati nascosti finalmente uscirono dal cavallo, saccheggiarono e infine incendiarono Troia.
-quando, nell’Odissea, lui e i suoi compagni si trovano dentro la grotta di Polifemo e Ulisse astutamente ubriaca il ciclope che cade addormentato e ferisce il suo occhio con un bastone ardente. Per scappare infine lega lui e i suoi compagni sotto la pancia del gregge di Polifemo in modo tale che il ciclope toccando il dorso degli animali non si accorga di loro.
- nell’Odissea, Ulisse con furbizia dice a Polifemo di chiamarsi “Nessuno” e quando questi grida:<< Nessuno mi uccide!>> i compagni del ciclope non vengono in suo soccorso.
Ulisse è anche molto curioso, vuole sentire (nell’Odissea) il canto delle Sirene, così si fa legare al “palo” della zattera e ordina a tutti i suoi compagni di mettersi dei tappi di cera nelle orecchie: così facendo il canto delle Sirene che ha sempre attratto tutti i viaggiatori conducendoli alla morte non nuocerà alla loro salvezza. Ulisse è anche avido di conoscere l’aspetto dei ciclopi, per questo convince i suoi compagni ad attendere sull’isola l’arrivo di Polifemo.
Ulisse possiede anche una importante abilità di parola: infatti quando all’inizio dell’Iliade Achille si infuria con Agamennone, poiché questi si appropria della sua serva Criseide, e decide di abbandonare la battaglia, Odisseo lo convince a tornare in aiuto dei soldati greci.
Una qualità che rende Ulisse un uomo vero è quella del non essere istintivo,infatti nell’Odissea, di fronte alla bellezza della maga Circe che cerca di ammaliarlo in tutti i modi, lui continua a pensare a sua moglie Penelope che lo attende e convince la maga a lasciarlo andare.
Infine quando Ulisse fu ospitato nella reggia di Alcinoo (nell’Odissea), promise al re di ricambiare l’ospitalità una volta tornato in patria. Questo probabilmente lo rende veramente il modello greco, poiché infatti i Greci ritengono l’ospitalità una dote divina.
In questo testo epico si nota come Ulisse, poiché non è un Dio ma un uomo mortale, perché figlio di Laerte ( re di Itaca) e di Anticlea, possieda tutte quelle doti che sostituiscono la mancanza di origine divina e lo rendono il modello greco.
Ulisse è un uomo di metis, una forma di intelligenza che combina astuzia e furbizia, ad esempio:
-per “L’inganno del cavallo” nell’Iliade, quando per poter finalmente entrare nella città di Troia egli nasconde all’interno di un enorme cavallo di legno molti soldati greci e lasciano quest’ultimo all’ingresso della città, fingendo che sia un dono per riappacificare i popoli. Dopo che il cavallo fu introdotto nella città e scese la notte, i soldati nascosti finalmente uscirono dal cavallo, saccheggiarono e infine incendiarono Troia.
-quando, nell’Odissea, lui e i suoi compagni si trovano dentro la grotta di Polifemo e Ulisse astutamente ubriaca il ciclope che cade addormentato e ferisce il suo occhio con un bastone ardente. Per scappare infine lega lui e i suoi compagni sotto la pancia del gregge di Polifemo in modo tale che il ciclope toccando il dorso degli animali non si accorga di loro.
- nell’Odissea, Ulisse con furbizia dice a Polifemo di chiamarsi “Nessuno” e quando questi grida:<< Nessuno mi uccide!>> i compagni del ciclope non vengono in suo soccorso.
Ulisse è anche molto curioso, vuole sentire (nell’Odissea) il canto delle Sirene, così si fa legare al “palo” della zattera e ordina a tutti i suoi compagni di mettersi dei tappi di cera nelle orecchie: così facendo il canto delle Sirene che ha sempre attratto tutti i viaggiatori conducendoli alla morte non nuocerà alla loro salvezza. Ulisse è anche avido di conoscere l’aspetto dei ciclopi, per questo convince i suoi compagni ad attendere sull’isola l’arrivo di Polifemo.
Ulisse possiede anche una importante abilità di parola: infatti quando all’inizio dell’Iliade Achille si infuria con Agamennone, poiché questi si appropria della sua serva Criseide, e decide di abbandonare la battaglia, Odisseo lo convince a tornare in aiuto dei soldati greci.
Una qualità che rende Ulisse un uomo vero è quella del non essere istintivo,infatti nell’Odissea, di fronte alla bellezza della maga Circe che cerca di ammaliarlo in tutti i modi, lui continua a pensare a sua moglie Penelope che lo attende e convince la maga a lasciarlo andare.
Infine quando Ulisse fu ospitato nella reggia di Alcinoo (nell’Odissea), promise al re di ricambiare l’ospitalità una volta tornato in patria. Questo probabilmente lo rende veramente il modello greco, poiché infatti i Greci ritengono l’ospitalità una dote divina.
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