La masseria delle allodole
Carissimi alunni, vi ho proposto due spettacoli mattutini; qui sotto alcune informazioni preliminari sul secondo di essi
LA MASSERIA DELLE ALLODOLE
DETTAGLI EVENTO
Proiezione del film di Paole e Vittorio Taviani
Incontro con la scrittrice Antonia Arslan
24 aprile 1915. Nonostante il genocidio del popolo armeno per mano dei Turchi sia avvenuto a più riprese, prima, durante, e dopo la Prima Guerra Mondiale, questa è la data in cui si è soliti commemorare l’immane tragedia.
Il 24 aprile 1915 è infatti la data in cui i Giovani Turchi,con il tacito consenso di quella parte della società che scelse di appoggiarli o di coprirli, posero in atto, attraverso l’arresto e la conseguente eliminazione dell’élite armena di Costantinopoli, la prima fase di quello sterminio pianificato e successivamente realizzato in modo sistematico, agghiacciante, con un ricorso alla violenza che assunse punte di crudeltà e di efferatezza inaudite.
La masseria delle allodole, libro di Antonia Arslan, è la storia di quattro bambini che a causa dello sterminio, sono dovuti fuggire dal proprio paese e sbarcare a Venezia. È una commistione fra Oriente ed Occidente, tra Armenia e Veneto, dove si incrociano le storie di cugini italiani ed armeni sopravvissuti alla deportazione. È grazie a questo lungo rapporto tra il Veneto e l’Armenia che il giovane Yerwant, nonno di Antonia Arslan, riuscì a convincere il padre di mandarlo a studiare al liceo Armeno di Venezia.
“È una decisione scientifica del Male in cui i singoli elementi di un piano diabolico vengono posti in essere”, commenta Antonia Arslan. “Per quanto orribile sia l’ampiezza del male, c’è sempre qualcuno che si schiera dalla parte del bene, come i tre disperati che interferiranno sulla macchina del male per salvare i quattro bambini e farli arrivare in Italia. Non c’è una sola parola d’odio verso il popolo turco in questo libro perché anch’esso è stato maltrattato e continua ad esserlo oggi.” Il genocidio degli Armeni è un dramma con cui due grandi maestri del cinema italiano, i fratelli Taviani, hanno voluto confrontarsi. L’adattamento cinematografico del libro è il punto di partenza per poi immaginare le reazioni dei personaggi, le singole storie che possono anche culminare in una riflessione dedicata all’amore, come nella scena conclusiva del processo. “Quella del popolo Armeno è una tragedia che credevamo di conoscere” affermano i due fratelli Taviani “mentre invece non è così. Inoltre eravamo alla ricerca di un modo per parlare di tragedie molto simili, che sono accadute di recente o sono tuttora in corso nei Balcani, in Africa, o altrove. Orrori con i quali ci stiamo abituando, purtroppo, a convivere.”
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