Cose che nessuno sa di Alessandro D’Avenia - di Virginia Barsanti
Recensione
Margherita è una quattordicenne che sta per iniziare il suo primo anno di liceo. E come ogni ragazzino che affronta questa nuova esperienza si trova in bilico su un filo, così come i funamboli, e solo grazie all’amore delle persone che ha accanto potrà lanciarsi e proseguire il suo percorso sulla fune.
Ha mille paure ma sa di poter contare sull’aiuto dei genitori. Soprattutto il padre è per Margherita un porto sicuro, la forza che la sostiene a la guida.
Un giorno la ragazzina ascolta un messaggio in segreteria telefonica: il padre annuncia che non tornerà più a casa.
Per Margherita la notizia è sconvolgente, il dolore per la separazione la coinvolge con travolgente intensità. La sua guida, colui che l’avrebbe condotta per le vie del mondo, ha deciso di voltarle le spalle, di lasciare la famiglia, di sparire senza alcuna spiegazione. Il padre svanisce nel nulla e il nulla ingloba Margherita.
Da quel giorno Margherita non sarà più la stessa. Non sarà la spensierata adolescente, priva di ogni singola traccia di dolore, allegra, dolce e ingenua.
Ma non è ancora consapevole che sarà proprio quel dolore lancinante che la porterà ad intraprendere il viaggio verso la maturità, così come la perla fiorisce nell’ostrica in seguito ad un attacco di un predatore.
Tuttavia sarà proprio attraverso il dolore, lo smarrimento, che Margherita acquisterà la consapevolezza che crescere vuol dire affrontare le proprie paure.
Il dolore, però, scava e trova sempre la strada per emergere. E la strada per il dolore di Margherita è l'Odissea, letta in classe dal professore di italiano. L'Odissea non è solo la storia di un avventuroso viaggio di ritorno, è anche quella di un figlio che cerca il padre.
Accanto alla ragazzina c'è una figura eccezionale e radiosa, la nonna. Io l'ho amata moltissimo. Con le sue frasi in dialetto, le mani impegnate tra i fornelli e sempre pronte ad accogliere per un abbraccio, è importantissima non solo per la nipote, ma anche per il lettore. Infatti io mi sono sentita come coccolata da lei, forse perché mi ha ricordato un po' la mia nonna.
La nonna scartocciò il pacco delle pennette e ne gettò almeno due etti nella pentola.
“È troppa, nonna! Non ho fame ti ho detto.”
“Signorina, stai al tuo posto. È una vita che cucino e so io di quanti etti di pasta ha bisogno un cuore rotto.
Purtroppo però questa volta l’aiuto della nonna Teresa, dolce e profumata di fiori come la sua terra di origine, antica e soleggiata, che porta sempre con sé nei cibi preparati con cura, non basterà a Margherita.
Non basterà neanche sua madre, fragile e confusa, a darle il sostegno di cui ha bisogno, né il fratellino che nel disegno sfoga e stempera la sua sofferenza. Di fatto Margherita scarica tutta la colpa di ciò che è successo su sua madre, che nonostante le sue paure e le sue debolezze, cerca di donare tutto ciò che ha ai propri figli, pur non riuscendo a superare l’angoscia causata dall’abbandono del marito. Perciò la ragazza non riesce più a dialogare con lei e sarà solo all’interno dell’ambito scolastico che le giungeranno voci e consigli in grado di aiutarla.
Quelli della sua compagna di banco, Marta, ragazza solare ed entusiasta, la sola con coi è riuscita a legare. Fin da subito Marta riesce a coinvolgerla in attività extra scolastiche come il teatro, per il quale è estremamente dotata.
Quelli del nuovo professore di italiano e latino, un uomo alla ricerca di sé, ma che nonostante il suo smarrimento riesce a comprendere le pulsazioni della vita racchiusa all’interno dei suoi preziosi libri. Sarà proprio lui, grazie alle sue travolgenti e palpitanti lezioni sull’Odissea, e in particolare grazie al racconto del viaggio intrapreso da Telemaco alla ricerca del padre Ulisse, a suggerire a Margherita l’idea di partire alla ricerca del padre.
“ Farò come Telemaco. Andrò a cercare mio padre. Mio padre se n’è andato e nessuno sa perché.”
E poi c’è Giulio, un ragazzo dotato di un’ intelligenza straordinaria. Anche la sua bellezza era fuori dal comune. La bellezza di una stella lontanissima e irraggiungibile. Quella luce l’ aveva negli occhi, lampeggianti come stelle invernali. Occhi azzurri, quasi bianchi, capelli neri lisci e fini come un dio della notte.
Vive in una casa famiglia e non ha mai conosciuto i suoi genitori. Passa molto tempo per le strade, rubacchiando, e sui tetti della città perché è da lì che può dominare. È un ragazzo solo, disperatamente bisognoso d'amore.
Da un semplice sguardo, Giulio comprende i sentimenti di Margherita e si ritrova in quegli occhi profondi e verdi. Ed è proprio con la compagnia di Giulio che Margherita intraprende questo viaggio alla ricerca del padre, ma soprattutto alla ricerca della vita.
Commento
Le “Cose che nessuno sa” sono tante, infinite. Sono le “cose” del cuore, quelle che spesso non riusciamo a tirare fuori, per paura di non essere capiti o perché intimamente pensiamo che sia meglio tenerli lì, al buio, nel nostro “cassettino” interiore, sperando un giorno di incontrare qualcuno che abbia la capacità di guardarci nell’animo e comprenderci, riuscendo così a ritrovare fiducia in noi stessi, negli altri e nella vita.
Spesso noi adolescenti, come la protagonista del libro, cerchiamo in ogni modo di difenderci dal dolore, indossando con una corazza e ci comportiamo proprio come l’ostrica che, per proteggersi dal tentativo di un predatore di entrare all’interno della conchiglia, costruisce intorno a sé strati di madreperla.
E’ subito evidente la fragilità del mondo familiare che circonda Margherita. Come può un padre che promette di proteggerti, sostenerti, amarti per tutta la vita, scomparire così improvvisamente affidando il suo addio a una segreteria telefonica?
Questo romanzo , fin dalle prime pagine, mi ha coinvolto perché mi sono pienamente immedesimata nella protagonista; ho vissuto tutti i suoi dolori, pensieri, preoccupazioni e atteggiamenti .
Inoltre mi ha colpito positivamente perché tra le righe emergono le domande di noi adolescenti, sempre in cerca di maestri a cui aggrapparci; ho riconosciuto il ruolo determinante della scuola e dei professori e la funzione imprescindibile dei genitori e della famiglia fondata sul matrimonio e su una base di valori solidi.
Margherita è una quattordicenne che sta per iniziare il suo primo anno di liceo. E come ogni ragazzino che affronta questa nuova esperienza si trova in bilico su un filo, così come i funamboli, e solo grazie all’amore delle persone che ha accanto potrà lanciarsi e proseguire il suo percorso sulla fune.
Ha mille paure ma sa di poter contare sull’aiuto dei genitori. Soprattutto il padre è per Margherita un porto sicuro, la forza che la sostiene a la guida.
Un giorno la ragazzina ascolta un messaggio in segreteria telefonica: il padre annuncia che non tornerà più a casa.
Per Margherita la notizia è sconvolgente, il dolore per la separazione la coinvolge con travolgente intensità. La sua guida, colui che l’avrebbe condotta per le vie del mondo, ha deciso di voltarle le spalle, di lasciare la famiglia, di sparire senza alcuna spiegazione. Il padre svanisce nel nulla e il nulla ingloba Margherita.
Da quel giorno Margherita non sarà più la stessa. Non sarà la spensierata adolescente, priva di ogni singola traccia di dolore, allegra, dolce e ingenua.
Ma non è ancora consapevole che sarà proprio quel dolore lancinante che la porterà ad intraprendere il viaggio verso la maturità, così come la perla fiorisce nell’ostrica in seguito ad un attacco di un predatore.
Tuttavia sarà proprio attraverso il dolore, lo smarrimento, che Margherita acquisterà la consapevolezza che crescere vuol dire affrontare le proprie paure.
Il dolore, però, scava e trova sempre la strada per emergere. E la strada per il dolore di Margherita è l'Odissea, letta in classe dal professore di italiano. L'Odissea non è solo la storia di un avventuroso viaggio di ritorno, è anche quella di un figlio che cerca il padre.
Accanto alla ragazzina c'è una figura eccezionale e radiosa, la nonna. Io l'ho amata moltissimo. Con le sue frasi in dialetto, le mani impegnate tra i fornelli e sempre pronte ad accogliere per un abbraccio, è importantissima non solo per la nipote, ma anche per il lettore. Infatti io mi sono sentita come coccolata da lei, forse perché mi ha ricordato un po' la mia nonna.
La nonna scartocciò il pacco delle pennette e ne gettò almeno due etti nella pentola.
“È troppa, nonna! Non ho fame ti ho detto.”
“Signorina, stai al tuo posto. È una vita che cucino e so io di quanti etti di pasta ha bisogno un cuore rotto.
Purtroppo però questa volta l’aiuto della nonna Teresa, dolce e profumata di fiori come la sua terra di origine, antica e soleggiata, che porta sempre con sé nei cibi preparati con cura, non basterà a Margherita.
Non basterà neanche sua madre, fragile e confusa, a darle il sostegno di cui ha bisogno, né il fratellino che nel disegno sfoga e stempera la sua sofferenza. Di fatto Margherita scarica tutta la colpa di ciò che è successo su sua madre, che nonostante le sue paure e le sue debolezze, cerca di donare tutto ciò che ha ai propri figli, pur non riuscendo a superare l’angoscia causata dall’abbandono del marito. Perciò la ragazza non riesce più a dialogare con lei e sarà solo all’interno dell’ambito scolastico che le giungeranno voci e consigli in grado di aiutarla.
Quelli della sua compagna di banco, Marta, ragazza solare ed entusiasta, la sola con coi è riuscita a legare. Fin da subito Marta riesce a coinvolgerla in attività extra scolastiche come il teatro, per il quale è estremamente dotata.
Quelli del nuovo professore di italiano e latino, un uomo alla ricerca di sé, ma che nonostante il suo smarrimento riesce a comprendere le pulsazioni della vita racchiusa all’interno dei suoi preziosi libri. Sarà proprio lui, grazie alle sue travolgenti e palpitanti lezioni sull’Odissea, e in particolare grazie al racconto del viaggio intrapreso da Telemaco alla ricerca del padre Ulisse, a suggerire a Margherita l’idea di partire alla ricerca del padre.
“ Farò come Telemaco. Andrò a cercare mio padre. Mio padre se n’è andato e nessuno sa perché.”
E poi c’è Giulio, un ragazzo dotato di un’ intelligenza straordinaria. Anche la sua bellezza era fuori dal comune. La bellezza di una stella lontanissima e irraggiungibile. Quella luce l’ aveva negli occhi, lampeggianti come stelle invernali. Occhi azzurri, quasi bianchi, capelli neri lisci e fini come un dio della notte.
Vive in una casa famiglia e non ha mai conosciuto i suoi genitori. Passa molto tempo per le strade, rubacchiando, e sui tetti della città perché è da lì che può dominare. È un ragazzo solo, disperatamente bisognoso d'amore.
Da un semplice sguardo, Giulio comprende i sentimenti di Margherita e si ritrova in quegli occhi profondi e verdi. Ed è proprio con la compagnia di Giulio che Margherita intraprende questo viaggio alla ricerca del padre, ma soprattutto alla ricerca della vita.
Commento
Le “Cose che nessuno sa” sono tante, infinite. Sono le “cose” del cuore, quelle che spesso non riusciamo a tirare fuori, per paura di non essere capiti o perché intimamente pensiamo che sia meglio tenerli lì, al buio, nel nostro “cassettino” interiore, sperando un giorno di incontrare qualcuno che abbia la capacità di guardarci nell’animo e comprenderci, riuscendo così a ritrovare fiducia in noi stessi, negli altri e nella vita.
Spesso noi adolescenti, come la protagonista del libro, cerchiamo in ogni modo di difenderci dal dolore, indossando con una corazza e ci comportiamo proprio come l’ostrica che, per proteggersi dal tentativo di un predatore di entrare all’interno della conchiglia, costruisce intorno a sé strati di madreperla.
E’ subito evidente la fragilità del mondo familiare che circonda Margherita. Come può un padre che promette di proteggerti, sostenerti, amarti per tutta la vita, scomparire così improvvisamente affidando il suo addio a una segreteria telefonica?
Questo romanzo , fin dalle prime pagine, mi ha coinvolto perché mi sono pienamente immedesimata nella protagonista; ho vissuto tutti i suoi dolori, pensieri, preoccupazioni e atteggiamenti .
Inoltre mi ha colpito positivamente perché tra le righe emergono le domande di noi adolescenti, sempre in cerca di maestri a cui aggrapparci; ho riconosciuto il ruolo determinante della scuola e dei professori e la funzione imprescindibile dei genitori e della famiglia fondata sul matrimonio e su una base di valori solidi.
Virginia Barsanti
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